Organismo paritetico per la formazione e la sicurezza in edilizia  di Napoli e provincia

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Caldo estremo: chi, a che ora non deve lavorare per legge

E’ possibile richiedere la Cassa Integrazione

Il lavoro si ferma per legge nelle ore troppo calde e per alcune attività lavorative, nei giorni di agosto, in cui l’Italia è investita da un’ondata di calore intenso. L’edilizia, l’agricoltura e il florovivaismo: sono questi alcuni dei settori in cui può entrare in vigore lo stop al lavoro nelle ore più calde (nel dettaglio, dalle ore 12.30 alle 16). Questa formula, con una possibile rimodulazione oraria attraverso la contrattazione e grazie al ricorso alla cassa integrazione, è scattata con alcune ordinanze specifiche emanate in 13 regioni, per proteggere la salute dei lavoratori: Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Lazio, Molise, Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Umbria, Toscana, Emilia Romagna e Marche. Potrebbero aggiungersene altre nelle prossime ore.

Nelle altre aree del Paese e in altri settori, c’è poi comunque la possibilità di richiedere la cassa integrazione Inps per “eventi meteo”.

Tutte le ordinanze regionali finora in vigore vietano il lavoro all’aperto dalle 12.30 alle 16 nelle giornate con un’allerta di caldo estremo, identificabili tramite le mappe (clicca)fornite dall’Inail sul sito Worklimate | Clima Lavoro Prevenzione (clicca) realizzato in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).

I divieti sono attivi ordinariamente dalla data dell’ordinanza fino al 31 agosto 2024. La mappa alla quale i governatori regionali fanno riferimento nelle loro ordinanze, quindi, è quella pubblicata sul sito Worklimate(clicca), un progetto nato per approfondire le conoscenze sull’effetto del caldo sui lavoratori, soprattutto attraverso la banca dati degli infortuni dell’Inail. Vengono formulate previsioni del rischio caldo per vari profili di lavoratori, ma anche previsioni in base alle ordinanze già varate e quelle delle aree in cui è possibile avere temperature oltre i 35 gradi.

Per quanto riguarda la cassa integrazione, invece, in caso di temperature oltre i 35 gradi, anche se solo percepiti, è possibile chiederla per eventi meteo. Lo sottolinea l’Inps in un messaggio(clicca) in cui riassume le indicazioni sulle modalità con le quali richiedere le prestazioni di integrazione salariale “in considerazione dell’eccezionale ondata di calore che sta interessando tutto il territorio nazionale e dell’incidenza che tali condizioni climatiche possono determinare sulle attività lavorative e sull’eventuale sospensione o riduzione delle stesse”.

Nel caso in cui la sospensione o la riduzione delle attività lavorative sia disposta con “un’ordinanza della pubblica autorità”, i datori di lavoro possono richiedere l’integrazione salariale invocando la causale “sospensione o riduzione dell’attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o ai lavoratori”.